ANSA – GIAPPONE 19/04/2017
L’inferno è in terra. Nel Sol Levante per la precisione, tra Onagawa e Genkai. Due centrali nucleari all’avanguardia, 3 reattori nella prima e 4 nell’altra. L’esplosione è stata simultanea, assordante, devastante. Voluta. Ieri, alle 20.25 ora italiana, sette uomini si sono collegati con i loro palmari alla rete, raccontando con estrema lucidità come da lì a poco avrebbero generato un disastro nucleare, portando morte e silenzio. Lo avrebbero fatto secondo il volere di Dio, la cui voce ferma e profonda gli ha indicato il gesto da compiere per contribuire alla redenzione del genere umano. La loro è stata una scelta ponderata, serena, come se facesse da sempre parte del loro disegno di vita.
Ed è inutile dire che ha sconvolto il mondo intero: 2071 morti nell’immediato, una infinità di altre vittime che arriveranno, in una danza macabra fatta di dolore e di profonda tristezza. Per loro, per noi, per il futuro che ci aspetta, che sembra sempre più oscuro e privo di luce. Che Dio ci salvi. Sempre che non sia lo stesso che ha parlato ai 7, per cui evidentemente siamo solo il segno del suo fallimento.